Nel mondo contemporaneo, dove tutto comunica ed è comunicazione, anche la musica, quella intrappolata nelle maglie del pop, è chiamata a confrontarsi con nuove strategie. Visibilità e numeri sono un imperativo imprescindibile, per continuare ad esistere e a crescere. Che ci piaccia o meno, anche l’onestà e la sincerità dell’hip hop sono da tempo corrotte.
Se dall’altra parte dell’oceano la faida a colpi di rime tra Drake e Kendrick Lamar ha opposto due concezioni diverse di popolarità: nel primo caso commerciale, nel secondo intellettuale e culturale. È pur vero che il dissing, il botta e risposta che da sempre ha consentito agli artisti di misurarsi a partire dal talento riguardante la scrittura e il flow (ovvero la fluidità ritmica nell’enunciare le rime), facendo uscire pezzi in tempi più brevi e conquistandosi spazio all’interno della scena, ha preso una strada affascinante e pericolosa. L’intersezione tra vita privata e pubblicità. In Italia il personaggio che ha sicuramente cavalcato più di tutti questa onda, facendo scuola, è stato Fedez. Il rapper, l’influencer o, potremmo dire, il manager di se stesso? L’uomo di marketing che riesce a plasmare la sua identità in funzione dello Zeitgeist? Camaleontico e mutaforma, Federico Lucia, se fossimo nel campo della letteratura, sarebbe quel personaggio di cui non riusciremmo a capire l’evoluzione. Quello opaco, di cui possiamo solo dubitare, ma che alla fine riesce a commuovere le masse. Perché? Facciamo un passo indietro.
https://www.youtube.com/watch?v=0WypHXkUgCs
La storia della separazione tra Fedez e la nota influencer Chiara Ferragni la conosciamo tutti. E anche il post love story zuccherosa, dove Federico ha ribaltato completamente la sua identità, con un semi-autentico richiamo alle origini, che l’ha spinto a produrre nuova musica. Dove ha continuato a mettersi a nudo, molto di più rispetto alla poltrona dello psicoterapeuta dove, in un gioco di specchi, faceva lentamente e pubblicamente a pezzi la sua relazione nella serie The Ferragnez. L’estate 2024 l’ha visto a fianco a Emis Killa in Sexy Shop, il pezzo dove esplicita le ragioni della rottura. Mentre cerca di insabbiare la sua vera o presunta codardia, appellandosi alla differenza tra l’amore vero e quello fondato su insostenibili compromessi (la corte di Chiara), Federico pone le basi per l’uscita del suo prossimo album. Forte di una nuova e solitaria sovraesposizione social, che gli attira più critiche che consensi (soprattutto da parte del pubblico femminile, per il quale ricalca lo stereotipo del traditore), si assesta un confortevole passo indietro rispetto al suo attuale antagonista, l’ex amico Tony Effe. Che con Sesso e samba insieme a Gaia ha messo a segno la vera hit dell’estate. Rifiutando (pare) un featuring o una ben più piccola collaborazione con lo stesso Fedez, oggetto di un primo dissapore. Questi poco tempo dopo si prende la rivincita con Di Caprio dove, insieme a Niky Savage (a cui Tony contesta la somiglianza), prende di mira in maniera sottile la relazione lampo tra Tony Effe e la modella Vittoria Ceretti, attuale fidanzata di Leonardo DiCaprio.
https://www.youtube.com/watch?v=9f6XJcC55yU
Tra gelosia, orgoglio ferito e machismo di ritorno in tempi di fluidità di genere, l’hip hop trova così i suoi due nuovi contendenti, aprendo la strada al dissing più popolare e sponsorizzato del panorama italiano, che vede contrapporsi appunto Tony Effe e Fedez (con un piccolo intermezzo di Niky Savage). E subito dietro: Red Bull e Boem (la nuova bevanda di Fedez e Lazza, che ora vanta una partecipazione di maggioranza del giovanissimo imprenditore Leonardo Maria Del Vecchio), YouTube e Instagram, nuova e vecchia scuola (le origini della trap con la Dark Polo Gang di cui faceva parte Tony Effe e l’hip hop della generazione precedente), Roma e Milano, centro e periferia, eroi e buffoni. Tre sono i pezzi furiosi, infarciti di offese, gossip e mezze verità, su cui il pubblico del mondo dell’hip hop, tanto quanto quello generalista, fantastica divertito per più di una settimana facendo esplodere visualizzazioni e ascolti (la vera gara). Si comincia con la partecipazione di Tony Effe al format Red Bull 64 Bars, con un chiarimento: “Porto sempre il jolly nelle palle” e un’anticipazione “Chiara dice che mi adora”. Tra stories di Instagram e insulti paralleli, che raccolgono palate di like e commenti anche su TikTok, si prosegue con “L’infanzia difficile di un benestante”, dove Fedez ironizza sulla provenienza e la vanità di Tony. Passando in rassegna gli insulti razzisti a Bello Figo, il suo comportamento compiacente quando si tratta di raccogliere consensi (la condivisione del palco con Ghali), rincarando la dose sulla storia con Vittoria Ceretti, coinvolgendo Taylor Mega, l’influencer con cui Tony Effe ha avuto una storia (e con la quale Fedez pare abbia avuto un flirt dopo la separazione da Chiara), per finire nuovamente col richiamo all’autenticità della strada, unico vero aggancio del gangsta rap.
https://www.youtube.com/watch?v=FJJKa3SktIU
L’acme dello scontro e delle visualizzazioni, lo raggiunge però in un solo giorno Tony Effe con “Chiara”, una tirata paternalista da boomer, dove fa capolino un presunto audio della Ferragni, che rivela come Fedez volesse falsare la gara degli ascolti cercando di comprasi gli streaming. Immancabile il moralismo manicheo: “Non si lascia una mamma sola”, “Lei ti è rimasta accanto nella malattia / E quando aveva bisogno, sei scappato via”, “I tuoi migliori amici devi pagarli / Hai fatto i figli solo per postarli”. Silenzio. Attesa. Pentimento? L’asticella si sposta e si alza, non arriva una risposta a Tony Effe, bensì Fedez fa uscire un nuovo pezzo: Allucinazione collettiva. Chiara indignata su Instagram la definisce: “Una finta canzone romantica, priva di sincerità, che sfrutta il momento”. Invero una mossa che tinge di rosa la nera atmosfera degli scontri da uomini, regalando al pubblico (e implicitamente anche un po’ dissandolo) un nuovo argomento di cui parlare e forse alla Ferragni il ricordo di come sia nato il loro amore. Vorrei ma non posto, in coppia con J-Ax. Del resto Fedez da quella prima citazione in avanti l’ha mai tenuta fuori dalle sue canzoni e strategie?