All about future
17 / / 03 / / 2006
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STATELESSNESS E ORIENTALISMI
Dopo una serie di eventi tragici che hanno interessato Stati Uniti e Europa, nel mondo delle riviste indipendenti nasce Bidoun: un progetto a metà strada tra un giornale accademico e una fanzine, che promuove nuovi sguardi sul Medio Oriente a partire dalle comunità diasporiche che, migrate in altri contesti, risentono profondamente della visione bidimensionale che gli viene assegnata: petrolio, ricchezza smodata, integralismo, guerra santa
15 / / 03 / / 2006
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GENERASIANX E TECHNO-ORIENTALISMO
La diffusione della cultura pop giapponese, dalla moda alla musica, dal design all’architettura, è un fenomeno che sta interessando tutto l’Occidente, europeo e americano, da diversi anni. Si tratta di nuovi flussi e geografie culturali che promuovono una nuova visione del Giappone, nella versione del techno-orientalismo, inaugurata dalla generazione giovanile degli Anni Novanta, definita dai media americani GenerAsianX
13 / / 03 / / 2006
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IT BEGAN IN AFRICA
Il continente africano, un sogno di spazi e ampie radure; un universo frammentato in cui culture, lingue, culti si incrociano, tessendo un mosaico spaesante, spesso sofferente, muto. Nella sua rappresentazione immaginaria scopriamo le trame di un’esistenza smarrita, plurale, incandescente e la volontà di ripercorrere la Storia, per tracciare le coordinate di un nuovo sé
12 / / 03 / / 2006
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EDUARDO KAC: ALBA E IL BIOPUNK
La Transgenic Art è una forma d’arte che, facendo ricorso a tecniche proprie dell’ingegneria genetica, si occupa del trasferimento di geni sintetici all’interno di svariati organismi o di materiale genetico da una specie all’altra, con lo scopo di creare nuove forme di vita e integrarle nella società
27 / / 02 / / 2006
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BIOPOETRY AND TRANSGENIC ART
L’avvento delle nuove tecnologie ha inciso profondamente sulla cultura, determinando nuove modalità di comunicarla e pensarla. La cultura, ha risentito dell’influenza tecnologica dall’interno, al punto che ci siamo abituati a considerarla sotto il profilo sistemico, operando su significati e codificazioni
15 / / 02 / / 2006
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CORPO-MEDIUM E DEMOCRAZIA DEL DESIGN
Nelle nebulose informative confluiscono immaginari, atmosfere e differenti rappresentazioni del corpo che, materia prima del sociale, si configura, anche nella sua dimensione tecnologica, come strumento, mezzo di comunicazione, oggetto di rappresentazione e luogo di espressione del soggetto. Si può dire che la presenza del sé in uno spazio non cartesiano e reticolare richiami riflessioni complesse che partono da una duplice osservazione riguardante il rapporto fra corpo e computer
14 / / 02 / / 2006
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LO SPAZIO DELLE ÉLITE GLOBALI
Vivere è spaziare: distendersi per iscritto su delle superfici, sottrarle all’anonimato, renderle familiari al corpo, alla mente, al cuore. Ma vivere è anche creare: intersecare piani, delimitare aree, costruire spazi da attraversare, all’interno dei quali “essere con gli altri”. La domus è sempre una chiusura intorno a un’apertura, mai realmente un rifugio in cui si […]
09 / / 11 / / 2005
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CACCIATORI DI ESPERIENZE
Per catturare la complessità delle mutazioni che avvengono all’interno del corpo urbano contemporaneo, è necessario prestare particolare attenzione al contesto immateriale della comunicazione tra i soggetti e l’ambiente che essi formano e informano con le loro relazioni. L'obsolescenza della società come centro ci spinge verso altre direzioni di lettura, che assegnano un’importanza primaria agli scambi semiotici e alle pratiche umane di distruzione e ricostruzione
28 / / 10 / / 2005
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LA CRISI DELLA FORMA CITTÀ
Modello panottico e sinottico si intrecciano: i pochi guardano i molti e i molti guardano i pochi, tutti rapiti da una contemplazione estatica che lascia incurante sullo sfondo zone buie e buchi neri in cui la precarietà non si supera e l’estraneità rappresenta ancora una sorgente di alienazione che motiva ribellione, violenza e resistenza
20 / / 10 / / 2005
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UNA SEMIOTICA TOTALITARIA
Le città contemporanee sono il teatro di scontro e d’incontro della dimensione locale con quella globale. In seguito a questo rapporto spesso vacillante e contraddittorio, lo spazio pubblico muta di aspetto e significato. Nelle metropoli postmoderne il mito del progresso economico senza limiti frantuma la società, contrapponendo quartieri alto-residenziali, iperconnessi, iperprotetti, con livelli di consumi elevatissimi a “sacche di emarginazione” popolate da disoccupati, homeless, sans papiers e criminali
15 / / 10 / / 2005
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UTOPIE DELL’ALTRO MONDO
Lo scarto immaginifico rispetto all’Occidente permette l'alternanza di narrazioni fantastiche, reali, personali, in un labirinto di edificazioni immaginarie che si ramificano in impressioni intime e salti futuribili propri di una soggettività che si fa e si legge nella protesi metropolitana
10 / / 10 / / 2005
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TIJUANA: UNA NUOVA CITTADINANZA?
Una realtà del tutto peculiare in cui si gioca il delicato rapporto tra locale e globale, tra accoglienza e emarginazione, ibridazioni di linguaggi e ri-territorializzazioni transitorie, è Frontiera di Tijuana. Interzona che separa Stati Uniti e Messico, la frontiera è il luogo in cui si evidenzia un pronunciato fenomeno di destabilizzazione identitaria
06 / / 10 / / 2005
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LA POETICA DEL CAOS
Il paesaggio edificato del territorio-città non si esprime più nella fissità dell'impostazione estetizzante della tutela- conservazione, bensì si configura come un processo mutevole e dinamico legato al farsi di una certa società, quella glocale. La città sembra illeggibile e irrisolvibile al di fuori dei discorsi che la attuano e delle narrazioni che la costruiscono
30 / / 09 / / 2005
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LA CITTÀ RETE
La quantità crescente di dati-informazioni che connettono una molteplicità di cittadini-utenti-consumatori-navigatori della rete determinano significative ricadute sul territorio urbano che, sempre più agito da scopi diversi e concorrenti, tende a configurarsi come una “sorta di confederazione di progetti individuali, sottoposta a numerose forze evolutive”
23 / / 09 / / 2005
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DOPO LA CITTÀ INDUSTRIALE
Il luogo in cui abitiamo, e con esso la nostra soggettività, prende forma in relazione ai movimenti che compiamo, siano essi fisici o virtuali: turismo, diaspore, esilii, internet, pubblicità. Come sostiene Joshua Meyrowitz, è proprio la possibilità e la varietà dei movimenti a determinare il nostro senso del luogo e il nostro andare oltre ad esso
21 / / 09 / / 2005
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ABITARE IL GLOCALE
Un mutamento psicopercettivo di rilievo riguarda le pratiche di fede e i loro oggetti una volta fuoriusciti dalla geografia di appartenenza. Il tappeto con bussola di cui parla l'antropologo Franco La Cecla in Jet-lag non è semplicemente il simbolo della contraddizione tra l'ancoraggio della fede islamica a una tradizione geografica e la sua scissione in relazione all'introduzione dell'Islam all'interno del paesaggio delle metropoli globali come conseguenza della diaspora, bensì si tratta anche di un oggetto desacralizzato che si predispone ad usi inaspettati
10 / / 09 / / 2005
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L’ESCLUSIONE
Allo sguardo occidentale nutrito dai media sembra sfuggire non solo il rapporto tra presente e passato, ma anche le distinzioni tra percorsi, derive e approdi del moderno globale. La mancanza di interesse nei confronti delle analisi particolari sottrae legittimità alle motivazioni e alle prospettive dei movimenti, facendo coincidere la nozione di “altro” sempre più con quella di immigrato, rifugiato e accampato; di straniero e minaccia
05 / / 09 / / 2005
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GEOGRAFIE POSTMODERNE
Le osservazioni di Georg Simmel sull’esperienza metropolitana, quelle di Walter Benjamin sulla riproducibilità tecnica e infine quelle di Marshall McLuhan sui mezzi di comunicazione elettronica, forniscono un interessante retroterra per riflessioni successive che inquadrano un approccio al problema assai diverso, indicato in particolare da Derrick de Kerckhove e Pierre Lévy
04 / / 09 / / 2005
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