“Le film noir est un film de mort”. Onirico, crudele, erotico, sadico, brutale nella sua rappresentazione della violenza. A lungo si è dibattuto sul significato del termine. Uno stile, un genere? Una definizione che pur rimanendo aperta, volutamente transgenere, abbraccia cinema, letteratura, fumetto, comunicando con immediatezza atmosfere, trame, psicologia dei personaggi. Crimini, rapine, detective solitari, donne in pericolo, ammaliatrici, misteri da risolvere. Tra giallo e nero; tra cronaca, carta e celluloide; tra peccato, porti e ombre del passato, nell’immediato dopoguerra in Francia si inizia a utilizzare il termine per identificare una ben precisa tipologia di cinema americano: cupo, pessimista, enigmatico, malato, lontano dal mystery tradizionale. È dello stesso periodo la Série Noire di Gallimard dedicata in larga parte ai romanzieri hard boiled. In Italia la rilettura avviene negli Anni Settanta. Dall’altra parte dell’oceano Paul Schrader lo studia, lo incorpora, lo eleva ad uno dei riferimenti fondamentali della sua maniera di intendere la New Hollywood, celebrando la sua fase terminale, di crisi, tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio dei Cinquanta. La sua incisività estetica sembra renderlo immortale, il suo fascino ha qualcosa di patologico, perché nel noir non ci sono scusanti, i personaggi agiscono esclusivamente spinti dal Male, psicologico o ontologico che sia.

 

https://www.youtube.com/watch?v=Fru8IkuDp_k

 

La relazione con Milano è di lunga data, sul fronte culturale è il Noir in Festival, oggi alla sua ventinovesima edizione, che si terrà a Como e Milano dal 6 al 12 dicembre, sotto la direzione di Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e Gianni Canova (delegato IULM), a rinnovare ogni anno la sua mitologia. Già a partire dal manifesto, a firma di Lorenzo De Felici, colorista per la Sergio Bonelli Editore e la Walt Disney America, si apre nel segno della memoria, ricordando gli ottant’anni di Batman, il cavaliere oscuro che sarà presto protagonista di un nuovo adattamento cinematografico diretto da Matt Reeves, con protagonista Robert Pattinson. Grazie alla collaborazione con l’Archivio storico dell’Istituto Luce, l’immaginario verrà inquadrato, da un punto di vista comunicativo, dalle Pillole a mano armata, brevi clip di un minuto dedicate al milieu delle rapine e dei ladri, che anticiperanno la visione dei film in concorso che porteranno all’attenzione del pubblico la new wave del cinema sudamericano, senza dimenticare le incursioni nel noir svedese.

 

https://www.youtube.com/watch?v=7nvYMRpKzak

 

Tra i titoli da segnalare: Araňa di Andrés Wood, Bacurau di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles, premio della giuria (ex-aequo con Les Misérables del regista maliano Ladj Ly) alla 72esima edizione del Festival di Cannes, 4X4 di Mariano Cohn, accomunati da uno sguardo politico pur nella differenza delle storie, e Dear Agnes di Daniel Alfredson, l’ultimo film della trilogia svedese di Intrigo ideata da Håkan Nesser. Non ci si allontana dalla Svezia neanche tra gli eventi speciali, perché sarà proiettata l’anteprima della nuova serie crime Stockholm Requiem tratta da un’altra trilogia di successo, Bergman & Recht di Kristina Ohlsson.

 

https://www.youtube.com/watch?v=beiUGVgMIgw

 

Tra i titoli del Premio Caligari, ideato da Gianni Canova: 5 è il numero perfetto di Igort, La Paranza dei Bambini di Claudio Giovannesi, orso d’argento per la miglior sceneggiatura alla 69esima Berlinale. Fuori concorso, ma insignito della Laurea Honoris Causa conferita dall’Università IULM a Marco Bellocchio, Il Traditore. Tra gli eventi della sezione dedicata alla letteratura, l’8 dicembre alla Feltrinelli di Piazza Duomo, Jonathan Lethem, autore del romanzo Motherless Brooklyn, da cui Edward Norton ha tratto il suo secondo film, che ha aperto la quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, e che riceverà il prestigioso premio Raymond Chandler, dialogherà con Giancarlo De Cataldo a proposito del suo ultimo romanzo, Il Detective Selvaggio, un nuovo poliziesco capace di stravolgere il genere.