Nulla viene creato dal nulla. È questa la tesi elaborata dall’artista Thomas Demand nella mostra L’Image Volée, alla Fondazione Prada fino al 28 agosto. Un percorso che si sviluppa sui due piani della Galleria Nord, e che analizza, attraverso il contributo di diversi autori, la relazione che si instaura tra originale e copia, invenzione e furto.
L’atto creativo, secondo Demand, è per sua natura “impuro”. Se con questa parola intendiamo le modalità attraverso cui un artista o un autore si appropria del lavoro di altri, per formulare il proprio. Non si tratta di un punto di vista nuovo per il mondo dell’arte, il concetto di mìmesis era già presente in Aristotele. Ciò che cambia però è l’interpretazione che ne dà Demand. Non si parla di riproduzione bensì di appropriazione, idea che introduce una parcellizzazione dell’acquisizione, in relazione ad un fine. Detto in altri termini, l’artista tedesco sostiene che dietro al furto di idee o di immagini, esista un principio di scelta, che è parte integrante della pratica artistica e che percorre il confine tra lecito e illecito.
L’idea che l’atto creativo sia inscindibile dal suo contesto e dai rapporti di concatenazione determinati dall’accesso alla cultura visiva, evidenzia tre concetti portanti: l’affinità, l’utilità, l’intenzionalità. Dovremmo quindi chiederci: a chi e che cosa rubiamo per innescare il nostro processo di invenzione? La risposta non è univoca e viene declinata nella mostra attraverso tre pratiche che diventano altrettante sezioni: Literally Stealing, il furto vero e proprio; Iconographic Poaching, la frode iconografica; Pictures that Steal, le immagini che rubano.
La prima, allestita al piano terra della Galleria Nord, include fotografie, dipinti, video, film in cui l’assenza dell’oggetto viene considerata come una cancellazione, un trafugamento o una manomissione di opere esistenti; la seconda, interpreta l’appropriazione come contraffazione, presentando artisti-impostori che si appropriano dell’identità di altri, opere che vengono manipolate, modificate, ritagliate, migliorate, copiate, citate o che subiscono un trasferimento di elementi da un medium all’altro; nella terza, al piano interrato, in un’atmosfera decisamente più nascosta, viene avanzata una riflessione sul carattere indiscreto dell’immagine, in un mondo in cui la tecnologia è diventata parte integrante della vita quotidiana, dialogando con tematiche come la sorveglianza, lo spionaggio e il rapporto pubblico-privato. L’ultima parte assume l’aspetto di una mostra nella mostra, introducendo la delicata relazione che sussiste tra immagine e controllo, dove l’acquisizione delle informazioni e il loro utilizzo, ieri per scopi politici, oggi legati ad un sistema globale di interconnessione, rende tutti contemporaneamente autori, attori, spie e truffatori.
L’Image Volée
a cura di Thomas Demand
18 marzo – 28 agosto 2016
fondazioneprada.org